Associazionismo Sindacale Militare e la coscienza sindacale

Roma, 31 gen 2021 – Applicare logiche populistiche, tipiche della più bassa politica, a fattispecie sindacali è da idioti. Peggio ancora se vengono applicate in fattispecie sindacali relativamente giovani nate in un contesto che fino l’altro ieri disconosceva l’esercizio del diritto di associazione (e per certi versi disconosce tante altre cose). Tutto ciò va inevitabilmente a discapito di quella coscienza sindacale che per risultare tale ha bisogno di una certa maturazione propria e personale, dove un lavoratore mette, oltre la propria simpatia verso un simbolo, una storia o una persona, il proprio impegno in maniera concreta. Ed ecco che arriviamo inevitabilmente all’atto pratico delle cose ovvero alla tessera, ossia al modo, unico ed inequivocabile, con il quale quell’impegno si concretizza, che in ambiente sindacale è dato da quella coscienza poc’anzi espressa e delineata. Mentre in politica dal consenso che si realizza per il tramite di una competizione dove l’atto di fiducia non è la tessera, che riguarda in buona sostanza ormai chi è impegnato in senso stretto al partito, bensì al voto dentro un urna.
Per dirla in numeri il più importante sindacato italiano (in termini numerici) conta ad oggi oltre 5 milioni di tesserati. Tutta la forza sindacalizzata oltre 11milioni di lavoratori. Il partito attualmente primo nei sondaggi di gradimento circa 50 mila. Gli iscritti tutti ai partiti… meglio che lasciamo stare.
Certo è solo una mera analisi che andrebbe dettagliata e posta in un quadro molto più ampio ed articolato, ma è evidente che i numeri non possono mentire ed il dato risulta cristallino e non può che concretizzarsi nei seguente assunti:
– applicare elementi logici tipici dell’attività sindacale alla politica non ti farà mai avere il consenso che sarà determinante alle urne;
– applicare elementi logici tipici della politica (peggio ancora se populistici) a fattispecie sindacali è inutile, dispendioso e segno di una mancanza identitaria radice di quella coscienza sindacale che ha bisogno di propri tempi per maturare e, soprattutto, non ti farà sedere a nessun tavolo per svolgere la tua vera funzione.
Sono sicuro di poter affermare, e sfido chiunque al contrario, che il presente dell’associazionismo sindacale militare ha tutt’altro che elementi e basi solide in quanto sorretto da qualche personalismo qua e la che ti fa sicuramente tirare a campare oggi, ma domani evidenzierà tutte le proprie falle strutturali (e non solo), oggi ben nascoste da qualche “comunicato stampa” qua e là.
Ecco che chi tiene veramente al personale dovrebbe fin da oggi alimentare una propria coscienza sindacale scevra da qualsivoglia personalismo e sistema propagandistico della peggio politica e dovrebbe sedersi ad un tavolo con chi sostiene queste idee, al fine di poter prepararsi al meglio a quell’onda d’urto di un futuro non poi così tanto lontano, dove tutte le proprie ed intime criticità verranno a galla.
“Mala tempora currunt” dicevano i latini ma non vogliamo ancora rendercene conto, purtroppo.
Dal profilo Facebook di Antonio Duca
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