SQUILIBRI CONNESSI ALLE NOVITÀ INTRODOTTE IN MATERIA DI SVILUPPO DI CARRIERA NELL’ARMA DEI CARABINIERI – PENALIZZATI I MARESCIALLI DEL RUOLO ISPETTORI

Roma, 6 feb 2020 – Pubblichiamo di seguito un approfondimento sul nuovo riordino delle carriere (Arma Carabinieri) elaborato da un nostro lettore.

SQUILIBRI CONNESSI ALLE NOVITÀ INTRODOTTE IN MATERIA DI SVILUPPO DI CARRIERA NELL’ARMA DEI CARABINIERI. PENALIZZATI I MARESCIALLI DEL RUOLO ISPETTORI, SPECIE QUELLI PROVENIENTI DAI CORSI TRIENNALI DI FORMAZIONE: CONDIZIONI SVANTAGGIOSE RISPETTO AL PASSATO. GRADO, TITOLI, CULTURA E ISTRUZIONE NON VALORIZZATI NÉ PREMIATI. GIUDIZI DI MERITEVOLEZZA NON OGGETTIVI. SI RISCHIA L’APPIATTIMENTO. CRESCE IL DIVARIO CON LA POLIZIA DI STATO, CHE NELLA SCALA DI GRADIMENTO DELL’OPINIONE PUBBLICA HA GIÀ SUPERATO L’ARMA (DATI EURISPES 2020).

Si evidenzia come, in seguito alle recenti disposizioni in materia di revisione dei ruoli delle Forze di polizia e di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate (ex D.lgs. 29 maggio 2017, n. 94, e D.lgs. 29 maggio 2017, n. 95), e relativi correttivi, a fronte di ben accolte maggiori possibilità di sviluppo di carriera in favore, in primis, degli appartenenti al ruolo Appuntati e Carabinieri, con numerose nuove opportunità, prospettive e vantaggi anche per i Carabinieri neo arruolati, non possa certo dirsi lo stesso con riguardo agli appartenenti al ruolo Ispettori.

Questi ultimi, infatti, in materia di avanzamento in termini di ruolo e categoria, hanno di fronte a loro unicamente l’opportunità di diventare Ufficiali, a differenza dei Carabinieri che, invece, vedono molteplici possibilità di avanzamento, dalla loro categoria direttamente a quelle dei Sovrintendenti, degli Ispettori e, finanche, degli Ufficiali stessi.

Relativamente a tale ultima categoria, dapprima esisteva, per i soli Marescialli Ordinari, Capi, aiutanti s. ups e Luogotenenti, tutti appartenenti al ruolo Ispettori, la possibilità di partecipare al concorso interno per la nomina ad Ufficiali del ruolo speciale. Con l’abolizione di detto ruolo speciale, la possibilità di avanzamento, mediante concorso interno, alla categoria degli Ufficiali del ruolo normale è stata estesa a tutto il personale dell’Arma con almeno 5 anni di servizio, dando pertanto la possibilità anche a Carabinieri, Appuntati e Brigadieri – non più soltanto ai Marescialli – di passare, direttamente, al ruolo Ufficiali.

Questo significa senz’altro un panorama di sviluppo di carriera, ergo di soddisfazione e di crescita personale agli occhi di coloro i quali intraprendono i primi passi nell’Arma quali allievi Marescialli e, quindi, Marescialli, ben ridotto rispetto a coloro i quali si arruolano come allievi Carabinieri e, quindi, Carabinieri.

Ciò potrebbe apparire una logica conseguenza, tuttavia: se dapprima il Carabiniere aveva la possibilità, dopo ben 7 anni di servizio, di diventare Vice Brigadiere o Maresciallo e, soltanto raggiunto il grado di Maresciallo Ordinario, di diventare Ufficiale, attualmente egli ha la possibilità di avanzare, dopo soli 4 anni, verso qualsivoglia ruolo e categoria, mentre, con riguardo ai Marescialli, al contrario di come avveniva in precedenza, la posizione da essi ricoperta rispetto alla scala gerarchica non porta alcun beneficio rispetto all’unica possibilità di passaggio di categoria che hanno di fronte a loro.

In aggiunta a ciò – ovvero al fatto che non è attribuito alcun peso alla posizione ricoperta all’interno dell’organizzazione dall’aspirante Ufficiale, come valeva in precedenza – sono da considerarsi i requisiti per l’accesso ai concorsi.

Infatti, se ad un Carabiniere sono sufficienti 4 anni di servizio per essere ammesso a partecipare al concorso per Vice Brigadiere o, ancora, 4 anni di servizio e note caratteristiche non inferiori appena “nella media” (esattamente come “nella media” occorre per partecipare al concorso per Vice Brigadiere) e il diploma di istruzione secondaria di secondo grado per essere ammesso a partecipare al concorso per Marescialli (si noti che i Marescialli uscenti dai corsi triennali possiedono una laurea triennale), ad un Maresciallo sono richiesti 5 anni di servizio, una laurea specifica e note caratteristiche non inferiori ad “eccellente” nel biennio precedente la partecipazione al concorso per diventare Ufficiale.

Tali requisiti valgono anche per i Carabinieri, gli Appuntati ed i Brigadieri. Tutto ciò appare piuttosto iniquo, senza contare che inserire, quale requisito di partecipazione ad un concorso, il giudizio riportato nelle note caratteristiche significa, di fatto, discriminare gli aspiranti concorrenti, legandoli ad una valutazione, effettuata dai rispettivi diretti superiori, basata su metri e capacità di giudizio differenti da individuo e individuo e, quindi, assolutamente arbitraria (il comandante Tizio, chiamato a redigere le note caratteristiche di Caio, ritiene quest’ultimo un militare superiore alla media.

Se – a parità di condizioni – al posto del Comandante Tizio vi fosse il Comandante Sempronio, egli, a differenza del suo collega Tizio, riterrebbe Caio un eccellente militare. Ancora: il Comandante Tizio, per “ragioni” finanche esterne all’ambito del servizio come, ad esempio, una questione di condominio, rivalità in ambiti personali o qualsivoglia altra causa, disprezza Caio e, chiamato a redigere le note caratteristiche di quest’ultimo, agisce in maniera tale da vanificare le aspettative dello stesso, ben conscio dell’intenzione di Caio di partecipare al concorso.

Ancora: il Comandante Tizio, per questioni insondabili, non sopporta l’idea che qualcuno dei suoi sottoposti possa, in una certa misura, arrivare a ricoprire la posizione che egli ricopre nell’ambito dell’organizzazione, o non sopporta l’idea che a ricoprire tale posizione possa essere Caio. Pertanto, nel redigere le note caratteristiche del personale, agisce con l’intento di impedire ai suoi sottoposti, o a Caio in particolare, di partecipare a concorsi per l’avanzamento, scongiurando quelle che Tizio stesso riterrebbe, in un certo qual modo, usurpazioni. Di esempi di tale tenore se ne potrebbero citare a centinaia, anche in senso inverso, ovvero casi come quello in cui il Comandante Tizio, parente, affine o conoscente di Caio o, in una qualche misura, “in debito” con esso, agisce ovvero esercita influenze in modo da favorire Caio stesso nella fase della redazione delle relative note caratteristiche, nonché al fine di sfavorire Sempronio).

Orbene, se da un lato, in linea di principio, è giusto allargare le possibilità di avanzamento e, quindi, di raggiungimento di sempre maggiore soddisfazione professionale al personale tutto, non si è tenuto conto di come tale appagamento possa essere raggiunto ben più agevolmente da una Carabiniere che, dopo soli 4 anni di servizio e note appena “nella media” possa aspirare a diventare Vice Brigadiere, quindi avanzare di categoria e di ruolo divenendo sottufficiale del ruolo Sovrintendenti, o ancora Maresciallo, divenendo sottufficiale del ruolo Ispettori, mentre un Maresciallo neo arruolato si veda in qualche modo penalizzato rispetto alle possibilità che, di contro, vengono offerte ad un Carabiniere.

Certo, il Maresciallo neo arruolato si trova, non senza impegno e sacrificio, ad essere “in partenza” un sottufficiale. Ebbene, le perplessità degli scriventi sono legate – come già detto – non tanto alle logiche conseguenze secondo le quali man mano che un militare avanza di grado, minore è il numero dei gradi superiori che lo separano dall’apice della carriera, quanto alle differenze rispetto alle prospettive di soddisfazione personale e professionale legate all’avanzamento.

Soddisfazione che il Carabiniere può trovare ben presto, con requisiti a lui più favorevoli rispetto al passato (4 anni di servizio, note “nella media”, ecc.), nel diventare Vice Brigadiere ovvero Maresciallo, mentre il Maresciallo neo arruolato si troverà a sentirsi in qualche modo fermo a guardare, nell’attesa di possedere i requisiti per diventare Ufficiale (anni di servizio, note eccellenti, titolo di studio, ecc.), che verosimilmente maturerà nel momento in cui li maturerà anche il Carabiniere, il quale, nel frattempo, avrà d’altro canto potuto tentare la strada per Vice Brigadiere o Maresciallo, stimolando sé stesso nell’accrescere la propria formazione e nell’arricchire il proprio bagaglio culturale, motivandosi a cimentarsi in molteplici sfide professionali.

Ciò che si vuole sottolineare, quindi, è quanto e come sorprenda il fatto che ai Marescialli – specie ai neo arruolati – non venga riconosciuto alcun merito, alcuna riserva di posti, alcun punteggio incrementale, ovvero non venga data loro alcuna prospettiva, rispetto all’avanzamento, se non quella dell’attesa. Niente. Nessun riconoscimento.

Se, da un lato, con la revisione ed il riordino di ruoli e carriere si è fatto tanto per estendere, giustamente, le possibilità di crescita professionale, in termini di avanzamento, a Carabinieri, Appuntati e Sovrintendenti, dall’altro non si è tenuta in alcuna maniera in considerazione la categoria degli appartenenti al ruolo Ispettori.

Citando un ulteriore esempio, si sottolinea come, prima dell’entrata in vigore delle riforme citate in apertura, per accedere al concorso interno per l’avanzamento al grado di Maresciallo (della durata di un anno, non già degli attuali sei mesi), veniva fatta distinzione tra gli appartenenti al ruolo Sovrintendenti e gli appartenenti al ruolo Appuntati e Carabinieri. Infatti, ai secondi erano richiesti 7 anni di servizio e il diploma di istruzione secondaria di secondo grado. I posti a concorso, inoltre, erano ripartiti per un terzo ai Brigadieri Capi, per un terzo ai Brigadieri e ai Vice Brigadieri e, per un ulteriore terzo, agli appartenenti al ruolo Appuntati e Carabinieri.

Di esempi sui generis se ne potrebbero citare innumerevoli.

Senza contare la corsa sfrenata a “lauree a ribasso” – pubblicizzate in continuazione negli ambienti delle Forze Armate – conseguite in numero sempre maggiore da parte di Carabinieri, Appuntati e Brigadieri (e Ispettori che hanno raggiunto tale categoria tramite concorso interno e non laureati) per poter concorrere per diventare Ufficiali. Ormai, come si suole dire in questi casi, è un business, nel quale conta solo collezionare titoli, a discapito di una consapevole e solida preparazione accademica, nonché a discapito dell’amministrazione stessa, che si trova ad avere nel proprio organico Ufficiali assolutamente impreparati, titolari di lauree conseguite con poco o nessuno sforzo, ovvero poco o nessuno studio.

Ciò sta andando sempre più a costituire un’importante, drammatica differenza con i paritetici Commissari e dirigenti della Polizia di Stato.

L’impressione, è lampante, è quella che in passato vi fosse maggiore equità ed attenzione alla storia di servizio dei singoli, con riguardo particolare alla carriera ed al ruolo ricoperto (con relativo impegno e sacrificio). Aspetto, questo, che oggi sembra essere andato perduto.

Ebbene, per far fronte ad un sentimento di frustrazione che investe un’intera categoria, quella dei Marescialli del ruolo Ispettori, con particolare riferimento a quelli provenienti dai corsi triennali, si potrebbe pensare di considerare, ad esempio, una riserva di posti – nell’ambito del concorso interno per Ufficiali del ruolo normale – agli appartenenti al ruolo Ispettori, o ancora, con riguardo ai soli Marescialli: fissare, quale requisito, note caratteristiche non inferiori a “superiore alla media”, come d’altronde valeva in precedenza per il concorso per Ufficiali del ruolo speciale.

Una differenziazione in nome dell’equità, un “punto a favore” dei Marescialli, alla luce di quanto a favore di Carabinieri, Appuntati e Sovrintendenti è stato introdotto con le riforme citate in apertura, appare necessaria e doverosa.

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